
Accesso abusivo a sistema informatico: Cassazione 565/2019
4 Febbraio 2019
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18 Febbraio 2019Con sentenza n. 3133 del 1 febbraio 2019, la Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’appello di Brescia che aveva ritenuto legittimo il licenziamento disciplinare intimato a una dipendente per aver compiuto numerosi accessi a siti web estranei all’attività lavorativa, in modo particolare il social network Facebook, durante l’orario di lavoro.
Indice degli argomenti
Le prove per il licenziamento a causa di ripetuti accessi a Facebook da parte del dipendente
Il titolare dello studio medico ha commissionato una perizia informatica sul computer aziendale utilizzato dal dipendente.
L’esito dell’analisi forense sul sistema informatico ha evidenziato un significativo utilizzo dello stesso per attività non inerenti l’attività lavorativa: accessi a siti internet non pertinenti con le mansioni assegnate. Il tempo dedicato dal dipendente alla navigazione internet è risultato pari a circa 6.000 accessi in un anno e mezzo, la maggior parte dei quali sulle pagine di Facebook.
Secondo i giudici tali accessi non si giustificavano con le esigenze connesse all’adempimento della prestazione lavorativa ed era, al contrario, conferma di un comportamento gravemente inadempiente.
La Corte d’appello aveva valorizzato la circostanza che l’accesso a Facebook poteva essere effettuato solo tramite password personale, traendone la conclusione che unicamente la stessa dipendente, titolare del profilo sul social network, poteva conoscere i relativi codici di accesso.
Il parere della Cassazione sugli accessi a Facebook del dipendente
La Cassazione ha respinto il ricorso del lavoratore. La motivazione addotta dalla Cassazione poggia principalmente su questioni processuale, tra cui la censura del lavoratore sulla pretesa inutilizzabilità del report della perizia informatica sul computer utilizzato dal dipendente contenente la navigazione web per violazione della privacy.

Senza entrare nel merito della censura, la Cassazione ha osservato che la difesa ricorrente non aveva proposto tale questione nei precedenti gradi di merito, né aveva offerto indicazioni di segno contrario con il ricorso per cassazione.
Perizia su computer aziendale in uso al dipendente
La perizia informatica sul computer del dipendente rappresenta il metodo corretto per il controllo a distanza dei dipendenti come previsto dalla legge e in particolare dal Jobs Act.
Tali tipologie di controlli rientrano nel novero dei controlli difensivi mirati all’accertamento di comportamenti illeciti diversi dal mero inadempimento della prestazione lavorativa.
I controlli possono essere effettuati:
- in tempo reale, pianificando alcuni tipi di controlli da verifica quotidianamente
- a sistema spento (o analisi post-mortem), procedendo con la copia forense e la relativa analisi in precisi momenti.
Tali metodologie consentono di individuare ed eliminare comportamenti illeciti dei dipendenti che possono arrecare significativi danni all’azienda.
BIT4LAW è una società di informatica forense specializzata in perizie informatiche simili a quelle descritte nella sentenza di Cassazione.
Siamo frequentemente coinvolti da aziende per l’analisi dei computer utilizzati da dipendenti per verificare l’attività svolta dagli stessi.
Il tutto rientra nell’ambito di accertamenti tecnici consentiti all’azienda quando i dispositivi informatici sono di proprietà dell’azienda.
Oltre all’attività di analisi forense dei computer e degli smartphone, BIT4LAW è in grado di offrire una consulenza per definire regolamenti aziendali sull’uso degli strumenti informatici e di supporto per l’identificazione delle migliori soluzioni tecnologiche anche per evitare che l’azienda diventi vittima di comportamenti infedeli da parte dei propri dipendenti, nonchè nell’esecuzione di audit di verifica del rispetto del regolamento aziendale.
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